替え玉 をお願いします!

In giapponese il termine "kaedama" indica una cosa ben precisa.
Nei ristoranti di ramen, quando si finiscono i noodles ma c'è ancora un sacco di zuppa da non farsi scappare, si dice al cameriere "替え玉 をお願いします" (kaedama wo onegaishimasu) e ci verrà portata un'altra porzione di noodles da immergere nella nostra ciotola per continuare a goderci il piatto.
Ho chiamato questo blog Kaedama perchè è così che immagino la mia esistenza: una grossa ciotola di ramen fumante con un brodo di prima qualità - ma troppo grasso, troppo caldo e troppo umami per essere gustato da solo, deve essere accompagnato da noodles sodi e porosi. La prima porzione è offerta dalla casa, poi dipende da quanto e come si ha voglia di finire il piatto: ingozzarsi di un brodo grasso, avanzarlo, brasarsi la lingua col sale della soia, ustionarsi il palato...o semplicemente chiedere un kaedama, in modo da godersi il piatto per quello che può offrire, usando i noodle come mezzo per accompagnare ogni foglio di nori, ogni cubetto di tofu, il kamaboko (🍥), l'uovo bollito, il menma...eccetera.

Così, ogni lezione, ogni esperienza ed ogni sorpresa che può essere tirata fuori da questa grossa, succulenta ciotola fumante chiamata "vita" che tempo fa qualcuno ci mise sotto il naso, può essere un kaedama, qualcosa che volontariamente abbiamo chiesto, ricevuto, insaporito e gustato.

Fino a quando dovremo - per forza di cose - restituire la ciotola vuota ai proprietari, ringraziare con ごちそうさまでした, e salutando educatamente, andarcene.